Un calendario delle scadenze sempre più ingarbugliato
Se pensavi che la trasmissione della Certificazione Unica (CU) fosse una questione semplice, il 2025 ti farà cambiare idea.
L’anno scorso, con l’estensione della dichiarazione precompilata anche ai titolari di partita IVA, si era già visto un primo scossone nelle tempistiche di invio. Quest’anno, il quadro normativo si complica ulteriormente, con nuove scadenze che variano in base alla tipologia di reddito e al percipiente.
Facciamo un po’ di ordine.
Tre scadenze diverse per le CU 📅
Il punto chiave è che le CU non vanno tutte trasmesse entro lo stesso termine. Il calendario delle scadenze è il seguente:
– Entro il 17 marzo 2025 ➔ Redditi di lavoro dipendente, pensione e tutti i redditi dichiarabili con il modello 730.
– Entro il 31 marzo 2025 ➔ Redditi di lavoro autonomo derivanti da attività esercitate abitualmente (professionisti, artisti, etc.).
– Entro il 31 ottobre 2025 ➔ Redditi esenti o non dichiarabili con la precompilata (es. alcuni redditi di impresa o particolari categorie di compensi).
Già così non è il massimo della chiarezza, ma c’è un problema in più: che fine fanno le CU relative alle provvigioni e al 4% condominio? 🤔
Il grande dubbio: quando trasmettere le CU per provvigioni e ritenuta 4%?
Ecco il nodo più critico. La normativa aggiornata stabilisce che le CU trasmesse entro il 31 marzo riguardano esclusivamente i redditi di lavoro autonomo abituale. Quindi, tutte le altre certificazioni di redditi “da partita IVA” (come provvigioni o la ritenuta del 4% applicata dagli amministratori di condominio) rimangono fuori da questa scadenza.
Quali sono quindi le alternative? Dipende dal tipo di percipiente:
– Se i compensi sono stati erogati a persone fisiche che rientrano nel perimetro della dichiarazione precompilata, la CU va trasmessa entro il 17 marzo 2025.
– Se i compensi sono stati erogati a soggetti diversi (es. società), la CU potrà essere trasmessa entro il 31 ottobre 2025.
Il rischio di errore è altissimo ⚠️
Il problema di questa normativa è che obbliga i sostituti d’imposta a fare una selezione manuale delle certificazioni e delle relative scadenze. Un processo non solo complesso, ma anche pericoloso: il rischio di sbagliare termine e incorrere in sanzioni è altissimo.
Di fronte a questo dedalo normativo, la soluzione più prudente potrebbe essere una sola: trasmettere tutte le CU entro il 17 marzo, a meno che non si abbia la certezza di poter usufruire di una scadenza successiva. Solo in caso di errori si potrà poi valutare l’uso di una CU sostitutiva o il ravvedimento operoso.
Conclusione: l’incertezza regna sovrana 💭
Se l’intento del legislatore era semplificare, possiamo dire che non è andata esattamente così. La normativa attuale crea un ginepraio di scadenze e casistiche che non fanno altro che aumentare la probabilità di errori.
Quindi, qual è il consiglio finale? Giocare d’anticipo. Se non vuoi rischiare, meglio inviare tutto il prima possibile e non aspettare di districarti tra norme poco chiare e interpretazioni incerte.
Resta sintonizzato per aggiornamenti, e buon lavoro! 💼